wilhelm_reich_400x400Wilhelm Reich (24 marzo, 1897 – 3 novembre, 1957) psichiatra e psicoanalista austriaco tra le figure più radicali nella storia della psichiatria. Autore di vari libri molto influenti come “Analisi del Carattere” (1933), considerato un importante contributo alla teoria psicoanalitica, “Psicologia di massa del fascismo” (1933), un’analisi dell’effetto che Adolf Hitler stava avendo sul popolo tedesco, e “La rivoluzione sessuale” (1936), un’analisi della repressione della sessualità da parte dello Stato.

I suoi scritti hanno influenzato una generazione di intellettuali  e il suo lavoro sulla corazza muscolare, cioè il riflesso sul corpo dei disturbi del carattere, ha dato corpo a innovazioni come la Terapia Gestalt di Fritz Perls, l’Analisi Bioenergetica di Alexander Lowen e la Terapia Primal di Artur Janov.

A partire dagli anni Trenta  diventò una figura sempre più controversa: dal 1932 fino a 4 anni dopo la sua morte nessuna casa editrice, a parte la sua, fu disposta a pubblicare i suoi scritti.

Verso la fine degli anni Trenta Reich cominciò a curare pazienti al di fuori dei confini e limiti imposti dalla psicoanalisi. Nell’agosto del 1934 in un articolo dal titolo “Psychic contact and vegetative current” presentò i principi di quello che chiamò Vegetoterapia, nella quale i pazienti simulavano nel corpo gli effetti di alcune emozioni nella speranza che si innescassero. Poi, tra il 1935 e il 1940, ne sviluppò la tecnica. Cominciò a sedere al fianco dei pazienti invece che dietro, e cominciò a toccarli, sia per aumentarne la consapevolezza delle tensioni e contrazioni presenti, sia per rilasciarle.

Da un punto di vista psicoanalitico, questo determinò la messa in discussione della neutralità che considera il terapeuta uno schermo bianco sul quale il paziente proietta il suoi desiderio, amore, odio e le sue nevrosi. Reich affermò che i tabù della psicoanalisi rinforzavano i tabù nevrotici dei pazienti e che lui voleva che i suoi pazienti lo vedessero come un essere umano.

Affondava in modo determinato il suo pollice o il suo palmo nella “corazza corporea” dei pazienti, comprimendo la loro mandibola, il collo, il petto, le coscie, la schiena o le gambe, con l’obiettivo di rilasciare le rigidità muscolari e con queste, quelle caratteriali.

Questo dissolversi della corazza corporea, scrisse Reich, faceva ritornare le memorie represse delle situazioni infantili che avevano causato quella repressione.

Se la sessione funzionava nel modo previsto, si potevano notare delle onde di piacere muoversi attraverso il corpo, una serie di movimenti spontanei e involontari. Reich chiamo questi movimenti il “movimento riflesso dell’orgasmo”.